Società Missionaria Evangelica Italiana
La S.M.E.I. viene concepita nel Marzo del 1997, e nasce ufficialmente nell’Ottobre del 1997. Nasce da una forte convinzione interiore dettata dal Signore, raccolta a sua volta da uno dei soci fondatori della Società. La convinzione riguarda il bisogno di condividere la visione missionaria in mezzo alla Chiesa del Signore, e di essere noi stessi una risposta alla Sua istanza che diceva: «Pregate il padrone della messe che spinga altri operai (noi) nella messe», Matteo 9:37,38.
Per questa ragione avere informazioni, realizzare progetti umanitari, pregare e sostenere missioni e missionari, contemplare la possibilità che noi stessi potremmo essere impiegati direttamente sul campo, può formare in noi una visione e una sensibilità verso i bisogni degli altri, per andare in contro ad essi come faceva Gesù, tenendo presente che il servizio cristiano nasce come conseguenza dell’avvenuta riconciliazione fra Cristo e noi, e alla parola della riconciliazione deve corrispondere il servizio, 2Cor. 5:18,20
Avere una visione o essere missionari (mandati) non ha a che fare solo con l’enunciazione di un messaggio, ma a monte di tutto c’è un’esistenza personale che ricalca le orme di Cristo, mettendo in rilievo il Suo carattere, i Suoi metodi, i Suoi scopi. Servire, secondo il concetto del N.T. significa svolgere una “diaconia”, concetto impopolare per la società greca del tempo in quanto con questo termine si indicava i servitori alle mense, la classe più bassa nella scala sociale. Ma la predicazione del N.T. insiste su questo concetto perché questo è il servizio che muove dall’altare per arrivare a tutti gli uomini, Filippesi 2:5,8. Come Chiesa dovremmo contemplare la costante possibilità di mandare operai nel campo della missione, ovunque Dio vorrà, dovremmo essere più generosi nel dare uomini e mezzi affinché altri siano incoraggiati a farlo. Uno dei lavori degli anziani dovrebbe essere quello di preparare altri a questa visione e la Chiesa locale non dovrebbe considerare la partenza di qualcuno come una perdita ma come un grande privilegio da parte di Dio, una Chiesa nella quale avvengono queste cose dovrebbe sentirsi benedetta poiché è nel dare che si riceve e se siamo generosi nel dare uomini al Signore, perché Lui possa servirsene, vedremo Dio supplire ad ogni bisogno. Proclamare Cristo finché Egli venga.
La missione cristiana è quindi un impegno urgente, non sappiamo quanto tempo abbiamo ancora, certamente non abbiamo tempo da perdere. Per andare avanti più speditamente con le nostre responsabilità sono necessari alcuni presupposti, specialmente l’unità e il sacrificio. Molti di noi hanno considerato il Grande Mandato come un’opzione facoltativa da accettare o rifiutare, ma non è una scelta. È il messaggio della Chiesa! Dev’essere il più importante compito della Chiesa.
Abbiamo voluto inoltre dedicare questa Società a Norman Meeten in quanto rappresenta per noi un esempio vivente e una ispirazione continua per quanto riguarda il lavoro missionario e il sentimento che deve accompagnare coloro che nella S.M.E.I. svolgeranno questo servizio.